“È necessario entrare nell’ottica di chi lo fa per professione. Come per qualsiasi altro mestiere, non ci si può permettere di lavorare “a giorni alterni”, né tantomeno soltanto quando si ha voglia. Immaginate un commerciante che apre il suo negozio un giorno sì e due no: quanto pensate possa durare la sua attività?”
Nel mio lavoro di docente di chitarra, mi capita spesso di riflettere su quanto sia fondamentale adottare una mentalità fondata sulla costanza e sulla continuità. Non esistono scorciatoie reali quando si parla di apprendimento musicale: i risultati arrivano solo se si lavora ogni giorno con impegno e serietà.
Studiare musica – e in particolare la chitarra – non è qualcosa che si può affrontare con leggerezza o solo quando l’ispirazione bussa alla porta. Al contrario, è necessario entrare nell’ottica di chi lo fa per professione. Come per qualsiasi altro mestiere, non ci si può permettere di lavorare “a giorni alterni”, né tantomeno soltanto quando si ha voglia. Immaginate un commerciante che apre il suo negozio un giorno sì e due no: quanto pensate possa durare la sua attività?
Allo stesso modo, lo studio della musica va considerato un vero e proprio lavoro: richiede disciplina, regolarità, investimenti di tempo quotidiani. Nessuno potrebbe pensare di presentarsi in ufficio solo una volta a settimana, o di aprire la propria attività solo quando l’umore è quello giusto.
Naturalmente, ci saranno giornate più faticose di altre, momenti in cui la motivazione vacilla. Ma è proprio lì che si fa la differenza: sedersi con lo strumento anche quando non si ha voglia significa adottare un atteggiamento professionale, quello che alla lunga porta a una reale crescita.
Con i miei allievi, cerco costantemente di trasmettere questo approccio. Insisto sull’importanza del quotidiano, dell’abitudine allo studio, anche quando sembra noioso o poco gratificante. Non è sempre semplice, soprattutto con le nuove generazioni, che spesso vivono nella convinzione che tutto sia raggiungibile in tempi rapidi e con il minimo sforzo. Spiego loro che la musica non fa sconti: ogni progresso reale è figlio di un lavoro silenzioso, ripetuto, a volte faticoso. Ma è proprio in quel percorso che si costruisce il vero musicista.
Nel corso degli anni, ho avuto modo di osservare con chiarezza una dinamica che si ripete con sorprendente regolarità. Gli studenti che si dedicano allo studio con costanza, anche senza un talento particolarmente evidente, finiscono quasi sempre per superare quelli che, pur dotati, si affidano al caso o all’ispirazione del momento. La differenza sta tutta nella continuità: chi lavora ogni giorno, anche solo per poco tempo, costruisce basi solide, cresce con consapevolezza e affronta le difficoltà con maggiore resilienza.
Al contrario, chi si affida esclusivamente alle proprie doti tende a rallentare, a scoraggiarsi quando i risultati non arrivano subito, oppure a rimanere fermo su un livello di partenza che avrebbe potuto superare, ma che non ha mai davvero affrontato con metodo. È proprio la serietà con cui si vive lo studio a determinare il passo nel lungo periodo. Il talento può essere un vantaggio iniziale, ma è la costanza a segnare il cammino.
Per questo, adottare da subito una mentalità da professionista è la chiave per crescere davvero.
Alla fine, è il tempo speso con disciplina che costruisce il talento. Non il contrario.